Un articolo Pubblicato nel 1857 smentisce che i tartufai “di un tempo” erano omertosi

Chi si affaccia al mondo del tartufo, presto o tardi, nel documentarsi sui Social, dovrà sorbirsi la tiritera del : I tartufai di un tempo.. In cui si fa un elogio all’omertà, alla speculazione e al danno, delle  foto…  che i giovani d’oggi mostrano con orgoglio sui loro profili, quelli di un tempo non li facevano vedere nemmeno alla moglie!!!

Ma quanto pubblicato dal Giornale Agrario Toscano nel 1857 smentisce categoricamente questa sorta di leggenda metropolitana, di cui vi riportiamo i punti più salienti

Notizie sul ritrovamento di tartufi neri e bianchi nella provincia del Mugello per opera del pievano Alessandro Magni.

Il pievano di S. Giovanni Maggiore Don Alessandro Magni, è quello al quale devesi la utile scoperta dei tartufi nel Mugello, la quale scoperta interessando assai l’industria e l’economia di quella provincia, pare interessante farla conoscere minuziosamente.

Da lungo tempo egli andava pensando che nella provincia del Mugello si dovessero trovare in abbondanza i tartufi, intraprese delle ricerche accurate, e le sue speranze non rimasero deluse.

Acquistò un cane addestrato in Bagnacavallo e trovò sin da subito dei tartufi, di questi circa 40 libbre di Nero di Norcia e vari Tartufi Bianchi di circa 9 once ciascuno

Divulgatasi la notizia, Il Signor Alessandro Ronconi volle imitare il suo concittadino, e non potè fare nient’altro che confermare che di tartufi ve ne era per tutti.

A seguire il suo esempio, quello stesso anno fu Il Signor Angiolo Berchielli di Grizzano, poi divenuto uno leggendario tartufaio.

Sempre il Signor Magni, scrisse una lettera al commentatore Pietro Belli in cui gli diede ragguagli sui tempi, i modi e i luoghi di raccolta.

Un breve estratto della lettera

Per ricercare tartufi è necessario un cane addestrato che li indichi per mezzo del suo fine odorato, il cane tira di naso come suol dire con frase di caccia. Li trova a molta distanza e una volta giunto sul punto incomincia a raspare. Scoperto, dunque ove è il tartufo si fa allontanare il cane e con una paletta di ferro si scalza dal terreno nel punto dove essi raspava. Nello scavare ci vuole mota diligenza, bisogna odorare noi stessi la terra e stare molto attenti che il tartufo non sia già uscito insieme alla terra