Sniffer, il Naso Elettronico che Promette di Svelare la provenienza del tartufo

Verso la tracciabilità del prodotto con Lo ‘sniffer’, il naso elettronico, la spettrografia, l’individuazione dell’impronta digitale del territorio attraverso la creazione di una banca dati del Dna dei tartufi del Monferrato.

Consumatori chiedono garanzie Quello della tracciabilità dei tartufi è un problema complesso:  come sia possibile risalire alla provenienzai utilizzando  lٚesame spettografico? neanche  il grande naso di Sirano de Bergerac ci sarebbe riuscito…

La ricerca del Dna Uno dei grandi traguardi è quello che riguarda la ricerca del Dna dei tartufi, vale a dire stabilire con certezza la zona di provenienza. La scienza sta ponendo in atto diversi strumenti ma, per il momento, non ci so-no certezze. Tra gli strumenti, l’annusa tartufi. Si chiama Sniffer e promette di svelare la provenienza dei tartufi. Lo sniffer, ovvero una pompa elettronica che trasmette le molecole odorose del tartufo direttamente alla narici degli assaggiatori. Informazioni olfattive preziosissime, che i supersperti potranno analizzare per descrivere con rigore scientifico ogni singolo tartufo e per stabilirne il luogo di provenienza. Infatti, grazie a questa sorta di decoder degli aromi, sarà possibile ricostruire per ogni tartufo  una carta di identità che, tra gli altri dati, svelerà il luogo di provenienza.

“Naso elettronico”sviluppato dal Prof. Arnaldo D’Amico dell’Università ‘Tor Vergata’ di Roma. Lo strumento è stato utilizzato dai ricercatori dei Laboratori di Elettronica per Sistemi sensoriali e di Scienze dell’Alimentazione dell’Ateneo in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry, nel quale viene certificato sperimentalmente il miglior metodo di conservazione del tartufo bianco. È aperta così la strada anche a tecnologie capaci di confermare o smentire chi ne smercia di vecchi spacciandoli per freschi o contraffacendone la provenienza Tre professori dell’Università del Piemonte Orientale, Vito Rubino del Dipartimento di Studi per l’economia e l’impresa, Guido Lingua e Maurizio Aceto del Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica, raccogliendo un appello dei sindaci dei piccoli comuni dell’Alto Monferrato, stanno mettendo a punto un progetto per certificare l’origine del tartufo bianco del Monferrato. L’obiettivo è di individuare l’impronta digitale del territorio nel prodotto, e tutto ciò attraverso la creazione di una banca dati del DNA dei tartufi del Monferrato e l’analisi di microelementi chimici caratteristici delle tartufaie naturali della zona. A Tolosa, si sta studiando per raggiungere questo obiettivo in grado, anche attraverso la spettrografia, di distinguere i nostri da quelli slavi e cinesi

Fonte: ilmonferrato.it