Piemonte – Bonifica da esche avvelenate, ecco la mappa dei rinvenimenti

«Il fenomeno delle esche avvelenate non accenna a diminuire. Per fornire una risposta preventiva abbiamo mobilitato le tutte le nostre Unità cinofile Antiveleno dei Carabinieri forestali nelle zone dell’Astigiano e del Savonese». Questa la premessa del comandante del gruppo Carabinieri forestale di Cuneo, Stefano Gerbaldo, a cui Kodami ha chiesto dettagli sull’operazione Sadaudus.

Tra il 4 e il 6 ottobre si è svolta nella provincia di Cuneo e territori nei limitrofi una vasta campagna di bonifica volta alla ricerca delle esche avvelenate. In campo sono scese 13 Unità cinofile Antiveleno provenienti da varie regioni italiane, insieme ai Forestali. Si tratta di binomi molto particolari anche rispetto agli altri reparti cinofili dell’Arma, come spiega il tenente colonnello Gerbaldo: «La riuscita di questo genere di attività, in cui il cane deve ricercare una sostanza pericolosa, necessita di un connubio molto stretto tra l’essere umano e il cane. Se si sbaglia, il cane rischia la vita. La relazione deve essere quindi profonda e improntata sulla massima fiducia e su una comunicazione perfetta. Per questo i cani antiveleno vivono con il loro conduttore, al contrario di quanto avviene con altre specialità cinofile dei Carabinieri».

Una relazione che ha funzionato durante l’operazione cuneese, dato che non ci sono stati incidenti in nessuna delle 41 ispezioni eseguite nei circa 150 km di percorsi effettuati dai cani in ricerca. «Purtroppo, però, durante la bonifica sono state rinvenute un gran numero di esche avvelenate», conferma il Tenente colonnello.

 

Oltre alle aree di caccia e ai pascoli, dove cadono vittime soprattutto i selvatici, tra i luoghi scelti dai criminali ci sono anche i percorsi da tartufo, come conferma il Carabiniere: «Nel contesto delle aree tartufigene il veleno viene adoperato per eliminare il cane del vicino rivale. In realtà però tutti gli animali sono soggetti a questo tipo di trappole, compresi i gatti».

 

Il rilascio sul territorio di bocconi avvelenati costituisce una grave violazione di natura penale, al pari delle altre forme di bracconaggio e se ne consegue la morte dell’animale è prevista la reclusione da quattro mesi a due anni.

Sono state battute dai Carabinieri l’area di Demonte in Valle Stura, l’Alta Val Tanaro, nei Comuni di Briga Alta e Ormea, il Comune di Oncino in Valle Po. In val Tanaro l’attività è stata svolta congiuntamente a guardia parco di partner istituzionali come il Parco regionale Alpi marittime, il Parco regionale Alpi Cozie, e la Città metropolitana di Torino.

Fonte: www.kodami.it