Le piante plurivalenti sono fondamentali per la Tartuficoltura. Lo dice la Scienza
Presentata al grande pubblico, come “La scoperta scientifica che rivoluziona la tartuficoltura” in realtà è un ruolo che da anni gli viene placidamente attribuito e riconosciuto dai più blasonati tartuficoltori a livello internazionale. Ma come spesso accade , ma potrei dire tranquillamente sempre, nel mondo del tartufo, le nozioni orbitano nell’empirico anche se assodate.
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Questa volta però la scienza mette un punto fermo, grazie ad una ricerca condotta da un team universitario dell’ Aquila (Abruzzo) nell’abito di un progetto che prevede la coltivazione di tartufi in zone particolarmente siccitose
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Sto parlando delle piante arbustive! onnipresenti nelle zone spontanee di raccolta del tartufo in natura e conosciuta ai più grazie a specie quali il Cisto rosso sono irrimediabilmente necessari, tanto quanto ignorate dalla maggior parte dei coltivatori italiani.
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Le sue mansioni, in una tartufaia sono molteplici e per l’appunto plurivalenti, tanto da far impallidire quanti fino ad oggi lo ignoravano o ignorato ( che è peggio)
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Andiamo a scoprirle insieme
AIUTANO La ricerca ha dimostrato che le piante cespugliose come il cisto rosso possono aiutare a propagare il micelio, creando un ambiente favorevole per la crescita dei tartufi.
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AIUTANO Le piante cespugliose come il cisto rosso hanno anche un effetto pacciamante sugli alberi simbionti. Riducendo lo stress causato dall’eccessivo caldo, queste piante possono aiutare gli alberi a crescere in modo più sano e robusto. Inoltre, la presenza di queste piante può ridurre la necessità di dover irrigare, poiché permettono di trattenere l’acqua nel suolo.
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AIUTANO Gli arbusti che entrano in simbiosi con il tartufo sono svariate, come appunto quella presa ad esempio nei punti precedenti . Permettendo di fatti un ampiamento della produzione ed un risparmio in termini di anni, in quanto si è ampiamente dimostrato che entrano in produzione in largo anticipo rispetto ad altre specie arboree
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In oltre, molte di esse, proprio come il Cisto trovano largo impiego in erboristeria e nella cosmesi, rappresentando un ulteriore opportunità di guadagno per il tartuficoltore