Le Galle: “l’ovetto” per addestramento dei vecchi tartufai

Le Galle: “l’ovetto” per addestramento dei vecchi tartufai

Le Galle: “l’ovetto” per addestramento dei vecchi tartufai – Camminando nelle pasture si incontrano spesso curiose formazioni tondeggianti presenti soprattutto sulle querce. Si tratta della galla della quercia o cecidio. Quando sono secche sono chiamate anche noci di galla.

Nell’Abruzzo meridionale le galle presenti su alberi simbionti quali roverella, cerro o leccio sono note con il termine  “palle cucche” e nel teramano come “coccavalle” (o cuccavalle). Un tempo  venivano impiegati dai tartufai per inserire tartufi secchi o oli aromatizzati per addestrare i cani proprio come oggi si fa con gli ovetti metallici. 

Vediamo perciò di conoscerlo meglio… Erroneamente scambiato  per uno strano “frutto” dell’albero, la galla della quercia è invece una malformazione a carattere escrescente, provocata da insetti imenotteri. Sono formazioni “tumorali” che possono colpire qualsiasi parte di una pianta. Possono essere causate anche da organismi come batteri, funghi e acari.
Tra gli insetti i principali responsabili delle galle sono i Cinipidi e diversi ditteri di piccoli dimensioni appartenenti alla famiglia dei Cecidomini, termine che significa “creatori di galle”

Anche altre specie vegetali sono colpite dalle galle. In  particolare la si può trovare sulla pianta commare per antonomasia: la rosa canina (Rosa canina) si presenta come una strana formazione ispida chiamata bedeguar.

Sin dall’antichità le galle sono state largamente usate nella tintura, per fabbricare inchiostri e nella concia delle pelli, ma anche in medicina per via delle loro proprietà astringenti ed in fine anche per giocare.

Tagliata alla sommità, la galla veniva svuotata del materiale ligneo interno e forata lateralmente. Nel foro si inseriva una piccola cannuccia, in modo tale da formare una piccola pipa. I ragazzi vi soffiavano dentro, tenendo in sospensione nell’aria una pallina (di solito un’altra piccola galla) che facevano abilmente roteare. La divertente competizione tra i giocatori era vinta da chi riusciva a tenere in aria la galla per più tempo senza farla cadere.

Fonte: altovastese