I tartufi IN nero nel Molise

I tartufi IN nero nel Molise

I tartufi IN nero nel Molise – In questi anni la Regione Molise si è dimostrata una delle più attive nel commissionare sanzioni ai tartufai indisciplinati, oltre ad essere una tra le poche a richiedere una quota annuale per il tesserino che abilita alla raccolta più alta della penisola, che ammonta a 159.00€. Che fine fanno questi soldi? 

La Regione Molise non rispetta la legge che disciplina la raccolta, la coltivazione e la commercializzazione dei tartufi Molisani.

Questo è quanto riporta la nota stampa del consigliere regionale Vittorio Nola del Movimento 5 Stelle sul settore tartufigeno, che prosegue:

“Il risultato è che, al momento, non si conosce l’ammontare della donazione finanziaria che riguarda gli interventi nel settore e non si conoscono le attività finanziate con tali risorse sin dalla data di approvazione della legge regionale che risale al 2005: non se ne conoscono né gli importi né i destinatari.

Intanto la stessa Regione ancora deve programmare il finanziamento delle attività previste dalla legge vigente e riferite all’anno 2019, e ancora non istituisce il marchio di idoneità dei tartufi raccolti nel territorio regionale, come invece previsto dalla stessa legge.

Ad oggi non è possibile quantificare quante risorse vi siano a disposizione, né capire se vengono utilizzate.

Da segnalare, infine, il fatto che nel 2009 è stato istituito il “Centro di Ricerca e Sperimentazione per la produzione di piantine tartufigene” presso il vivaio forestale “Selva del Campo” a Campochiaro, ma delle cui attività non si conosce alcun dettaglio.

Alla luce di queste carenze, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione che impegna il governatore Donato Toma e l’assessore regionale delegato all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, a compiere tre passi fondamentali:

  • Individuare e finanziare, in tempi brevi, eventuali progetti pubblici e/o previsti che intendano utilizzare le risorse disponibili sull’apposito capitolo in bilancio o, in loro assenza, sollecitarne nelle forme più opportune la presentazione;

  • Istituire un marchio di idoneità dei tartufi raccolti nel territorio regionale;

  • Riferire nel Consiglio regionale circa lo stato di attuazione del progetto “Centro di Ricerca e Sperimentazione della Produzione di Piantine Tartufigene”, relazionando per iscritto sui costi e ricavi e sul raggiungimento degli obbiettivi prefissati a medio e lungo termine.”