Gli amenti degli alberi simbionti e ciò che non ti aspetti

Gli amenti degli alberi simbionti e ciò che non ti aspetti

Gli amenti degli alberi simbionti e ciò che non ti aspetti – In botanica, con il termine amento s’intende un’infiorescenza a grappolo, generalmente pensile, caratteristica di certi alberi, specialmente delle famiglie Salicaceae e Fagaceae.

L’amento consiste in una spiga articolata dalla sua base e composta di fiori di uno stesso sesso, poiché ci sono amenti maschili, più allungati, e amenti femminili. I fiori sono semplici, senza petali né sepali, i maschili sono ridotti agli stami e i femminili allo stigma.

Gli amenti appaiono in primavera, generalmente prima delle foglie.

In queste classi di piante, l’impollinazione è anemofila, vale a dire che il trasporto del polline, molto abbondante, viene a realizzarsi tramite il vento.

Gli amenti sono commestibili, e sono una validissima fonte di proteine.
Gli amenti di betulla (simbionte del Tuber Mesentericum) contengono anche beta carotene e diversi minerali.
Crudi possono risultare amari a seconda della zona e della specie; molti popoli li hanno utilizzati a scopo medicinale ma anche aggiunti a zuppe e stufati o ne hanno fatto infusi e bevande.
Si possono essiccare e polverizzare e usare al posto della farina per aggiungere proteine. Ottima è la pastella per la tempura, magari aggiungendo polveri di altre erbe o spezie. Gli amenti stessi possono essere pastellati e fritti.

Gli amenti commestibili sono quelli dell’ontano, della betulla, del pioppo e di tutte le Conifere, del nocciolo e del castagno; anche della quercia ma a causa dei tannini sono molto amari e quindi possono essere aggiunti in bassissima quantità solo per permettere ai vegetali di mantenere la loro croccantezza durante la fermentazione.
Anche il salice li produce ma è preferibile non consumarli in quanto dieci amenti di salice corrispondono a due aspirine.
Inoltre, chi è allergico al polline dovrebbe evitarli.

Chi sa se esistono ricette con il tartufo e gli Amenti?