Denunciato , ingiustamente, per furto di tartufi. Finalmente assolto dopo 9 Anni
ACQUASPARTA – «Dopo nove anni un giudice ha messo nero su bianco che non sono un delinquente. Il novanta per cento di chi vive in paese non mi saluta più, sono stato trattato come se avessi ammazzato qualcuno perché erano tutti convinti che fossi un ladro di tartufi».
Quello di Mario Galli, 76 anni, è lo sfogo di un uomo provato da una vicenda giudiziaria che ha avuto pesanti risvolti sulla sua quotidianità. Una storia che l’ha portato ad essere completamente isolato nella comunità dove vive.
Parliamo di Firenzuola, minuscola frazione di Acquasparta che conta 100 abitanti.
E’ qui che si consuma la guerra dei tartufi, cominciata nel 2015 e andata avanti tra esposti alla corte dei conti e al prefetto. Tutto per una bega paesana legata alla raccolta del tartufo.
Una vicenda che fa finire Mario Galli, in passato tra i protagonisti del locale consorzio tartufi poi chiuso e trasformato in associazione, a processo. A denunciarlo tre compaesani, alcuni dei quali membri dell’associazione tra raccoglitori di tartufi.
Viene condannato dal giudice di pace e guardato molto male da chi vive a Firenzuola ma non si arrende e fa ricorso al tribunale penale. Punta ad essere riabilitato da tutti quelli, e sono tanti, che gli hanno tolto persino il saluto.
L’annosa vicenda che l’ha visto accusato ingiustamente per fatti datati marzo 2015 per aver «fatto arbitrariamente accesso alla zona riservata alla raccolta di tartufi e per il furto di un tartufo» si chiude con la sua assoluzione.
La sentenza è del giudice penale di Terni Francesco Maria Vincenzoni che, decidendo sull’appello proposto dall’imputato, a integrale riforma della sentenza di primo grado del giudice di pace, dichiara di «non doversi procedere nei confronti di Galli in ordine ai reati a lui ascritti, revoca le statuizioni di parte civile e compensa tra le parti le spese di entrambi i gradi di giudizio».
Per Mario Galli è la fine di una storia che per lui ha rappresentato un’onta. Al punto che per anni ha avuto difficoltà pure ad uscire di casa per paura di essere guardato male.
Galli, assistito dall’avvocato Lucia Cretoni del foro di Spoleto, ci tiene a far sapere ai compaesani che con questa storia lui non c’entra, che tutto è tranne un ladro di tartufi.
«Dalle deposizioni dei testimoni che avrebbero assistito ai fatti e che hanno promosso la querela – si legge nella sentenza – non si evince la sottrazione di alcun tartufo tanto che il teste riferiva di aver solo desunto tale sottrazione e negava di aver visionato l’estrazione del tartufo da terra e di aver visto con nitidezza qualsivoglia tartufo».
Dubbiose anche le dichiarazioni di altri testimoni. Uno di loro, invitato dal pm a disegnare nella mappa il luogo in cui aveva visto Mario Galli, collocava la sua presenza nella zona esterna alla tartufaia.
Secondo il giudice «non c’è stata alcuna sottrazione di tartufo né alcuna invasione dei terreni riservati in quanto sicuramente l’evento non è accaduto all’interno della zona riservata».
Per il giudice Vincenzoni, che assolve il 76enne da entrambe le accuse «può esservi stato un errore dei testimoni oculari sull’esatto posizionamento delle tartufaie e sul percorso seguito dal Galli per cui in realtà l’attività è avvenuta fuori dalla zona H».
La fine di un lungo incubo per Mario Galli: «Ora c’è la prova che sono una brava persona e voglio che lo sappiano tutti – dice. Per me conta solo questo».