Da oggi i tartufai veneti rischiano le sanzioni più dure d’Italia. Eccole

Come avevamo avuto modo di annunciare negli ultimi mesi dell’anno appena trascorso, la regione veneto ha deliberato importanti novità per il settore tartufigeno  e di conseguenza, pure  se è scontato dirlo, anche per i tartufai.

Senza dilungarci ulteriormente, andiamo dritti al nocciolo della questione in meritò al presente articolo

La prima tra tutte, anche se NON per importanza è senz’altro rappresentata dalle dimensioni del vanghetto o del vanghello che dir si voglia. Di fatti le stesse  devono rispettare RIGOROSAMENTE le dimensioni massime che  sono state  così rideterminate: lama di forma rettangolare o triangolare fino a 20 centimetri, larghezza in punta fino a 8, manico fino a 120.

Sul fronte delle buche lasciate aperte e non prontamente ed adeguatamente ricoperte  si prospettano infrazioni che “scomodano” anche il codice penale in materia di tutela ambientale.

Ma la particolare attenzione da dimostrare sulle sanzioni di carattere amministrativo non sono di certo da meno  Ecco alcuni esempi:

da 400 a 1.000 euro se il tesserino non è stato conseguito (e da 15€ a 50€ se non viene esibito)

; da 200 a 600 euro  per il mancato versamento della tassa annuale

da 300 a 3.000 euro in caso di superamento dei limiti di raccolta;

da 150 a 300 euro  per l’attività in un periodo vietato, o senza l’ausilio del cane addestrato, oppure con una vanga non idonea.

 

Dopo il tanto discusso, nuovo, codice della strada nella roccaforte “salviniana” per eccellenza  si prospettano tempi rigorosi ed intransigenti anche per i cavatori