Confcommercio: «Attenti ristoratori alle frodi sul tartufo»

Tartufi, pericolo frode: avviso di Confcommercio Pisa

Tartufi dall’estero spacciati per esemplari di maggior pregio, anche non commerciabili in Italia ai sensi dell’attuale normativa nazionale. L’allarme lo lancia Confcommercio Pisa, che con un’apposita circolare inoltrata a tutti i pubblici esercizi della provincia avvisa gli imprenditori di stare attenti alle frodi.

E’ il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli a spiegare di “aver raccolto segnalazioni relative all’ingresso sul territorio nazionale di quantità significative di tartufi provenienti da paesi dell’est Europa, dal Marocco e a livello locale, la commercializzazione di tartufi di origine cinese e marocchina, tuberi di specie botanica del tutto diversa dal tartufo, ma morfologicamente simile e quindi facilmente confondibili”.

Per scongiurare questo mercato i cavatori, compresi i non professionali, per legge devono fornire all’acquirente, ristoratori e affini, una serie di indicazioni. Deve essere presentato al momento della vendita un documento di provenienza certa del prodotto, con indicato: nome e cognome del cedente, numero di tesserino regionale, data di cessione, ragione sociale dell’acquirente, nome scientifico del tartufo ceduto, quantitativo espresso in grammi, zona di raccolta.

Per Daniela Petraglia, presidente di Confristoranti Confcommercio Pisa, è quindi necessaria un’opera di sensibilizzazione presso la categoria per l’acquisto consapevole dei tartufi: “Occorre scongiurare l’immissione nel mercato locale di tartufi di incerta provenienza, che alimentano evasione fiscale e potrebbero essere persino dannosi per la salute. Rispettare la tracciabilità e richiedere questo documento è quindi un obbligo a maggior tutela dei consumatori, degli imprenditori che operano nel settore eno-gastronomico e di salvaguardia di un prodotto tipico locale di assoluta eccellenza. Occhi aperti per un acquisto sicuro e consapevole”.

Fonte: pisatoday