Come fotografare al meglio le nostre uscite a tartufi

Come fotografare al meglio le nostre uscite a tartufi

L’avvento degli smartphone ha cambiato radicalmente il nostro approccio con la  fotografia, un tempo rilegata ad eventi particolari della nostra vita. Invece oggi ,complici anche i Social, fotografare  è divenuta  un attività quotidiana.

Un occasione preziosa per condividere con  amici e parenti attimi speciali, come può essere un uscita in cerca di tartufi. Spesso, però, nel momento in cui  andiamo a pubblicarla ci rendiamo conto che la fotografia risulta sfocata o mossa e ci tornano alla mente quelle immagini da cartolina  viste sui profili dei nostri contatti Instagram o Facebook  e ci ritroviamo  a chiederci per l’ennesima volta: ma come diavolo  fanno?!

Ecco allora qualche consiglio che può tornarci utile per immortalare il nostro amico e collega a 4 zampe o il frutto delle nostre fatiche, i tartufi.

Il cane: La giusta prospettiva per fotografare i cani si ha abbassandosi al loro livello. Se vuoi fare delle ottime foto siediti per terra, mentre per foto ancora più spettacolari sdraiati a pancia in giù e fotografa da questa posizione. La prospettiva darà al cane una grande importanza nella foto

Ci sono foto in cui mettere a fuoco il naso è la scelta corretta, ma in linea di massima è quasi sempre meglio mettere a fuoco gli occhi. Non mettere a fuoco il corpo o la testa, ma metti a fuoco proprio gli occhi. Non è facile soprattutto se il cane si muove, però provaci!

Per ultimo, ma non per importanza, fai attenzione allo sfondo, in modo da farlo risaltare al massimo.

 

 

 

Il tartufo: I tartufi ovviamente, sono sempre sporchi di  terra ma avvolte in maniera eccessiva, quindi può risultare utile al nostro fine togliere quella in eccesso e rimuovere, la dove possibile , anche  ogni elemento di distrazione visiva che si trova intorno ad esso , sia nel primo piano che nello sfondo.

Un ottimo modo per isolare il tartufo, da questa distrazione di sfondo e anche di primo piano, è quello di utilizzare una ridottissima profondità di campo, selezionando una apertura massima del diaframma, che genera uno sfondo fuori fuoco. Naturalmente, può anche risultare efficace mostrare il contesto che lo circonda se lo  scenario  è adatto. In questi casi potrete scegliere un’apertura del diaframma minore.

A causa della scarsa luce presente nella maggior parte dei luoghi tartufigeni, spesso sarà necessario utilizzare una velocità di otturazione molto bassa, il che implica la necessità di trovare un modo efficace per mantenere la fotocamera in posizione perfetta.  Non potendoci avvalere del treppiedi le opzioni sono rappresentate dallo scatto in remoto o dal timer automatico dell’autoscatto. Questi accorgimenti  ridurranno  il rischio  dell’effetto dovuto alle vibrazioni

Fonti: marcotogni.it  –  giovannilattanzi.it