Coltivare il tartufo bianco è possibile se in combinazione con le piante Mellifere
L’azienda agricola Il Sole di Nebbiano il 4 giugno sarà sede del kick-off meeting (riunione di avvio) di un progetto europeo del programma ‘Prima’ (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), che coinvolge 8 paesi Ue, finalizzato alla identificazione e ottimizzazione di strategie agroforestali innovative che combinino i tartufi, le piante medicinali e aromatiche e quelle adatte alla produzione di polline e miele.
“La nostra azienda – spiegano Diego e Francesco Tomasulo, da Montespertoli – è stata selezionata per essere rappresentativa per l’Italia come oggetto di studio da parte di vari istituti di ricerca e in collaborazione con l’Università di Siena e il Cnr. Il progetto riguarda varie sperimentazioni sulla coltivazione del tartufo bianco pregiato e sulle coltivazioni complementari”.
L’iniziativa vuole potenziare la biodiversità, rafforzare l’economia locale e creare opportunità di sviluppo per le imprese agricole, in un’ottica di tutela ambientale ed innovazione. I risultati delle sperimentazioni ‘in campo’ saranno consultabili su un sito web appositamente dedicato, nei post sui social media e con comunicati stampa su media locali e regionali, quotidiani, riviste e periodici, oltre che presso autorevoli riviste scientifiche.
“Essere stati selezionati in una rete internazionale rappresenta un’occasione unica per dare visibilità alle nostre eccellenze e promuovere l’immagine della nostra zona e della Toscana”, ancora parole dei Tomasulo.
Inizio della giornata alle 10,30 riservata esclusivamente agli addetti ai lavori del progetto. “L’Italia – riprende Diego Tomasulo – sarà il paese pilota per la sperimentazione della coltivazione del Tartufo Bianco Pregiato e le sue culture complementari.
Abbiamo messo in atto le varie pratiche agricole e raggiunto importanti risultati; tutto questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione con l’Università di Siena, in primis la dottoressa Elena Salerni, con il CNR con il dottor Lorenzo Gardin, la dottoressa Laura Giannetti e la Regione, che ci ha creduto e sostenuto sin dall’inizio. La cosa che più mi ha affascinato di questo progetto e vedere mio figlio Francesco al suo secondo anno di superiori di Agraria, sempre con me con entusiasmo a mettere in atto quello che ci veniva richiesto di fare”.