Città del Tartufo : Sant’Agata Feltria

Citta del Tartufo : Sant’Agata Feltria

Inauguriamo con  Sant’ Agata Feltria la serie di articoli dedicati alle città italiane più celebri  dal punto di vista tartufigeno.  Cercheremo, quanto più possibile, di conoscere al meglio i loro territori in modo da comprendere  come l’Italia sia diventata, indiscutibilmente, la nazione dei tartufi per eccellenza

Sant’Agata Feltria (Sant’Êgta in romagnolo) è un comune italiano di 2 056 abitanti della provincia di Rimini in Emilia-Romagna, situato a sud-ovest del capoluogo

Il territorio comunale ha un’estensione di 79,30 km²; include le frazioni Badia Mont’Ercole, Caioletto, Casalecchio, Maiano, Palazzo, Pereto, Petrella Guidi, Rocca Pratiffi, Sapigno, San Donato, Ugrigno e altre. Per estensione è il secondo comune della provincia di Rimini (dopo il capoluogo) e il primo della Comunità montana Alta Valmarecchia.

Il capoluogo si trova a 607 metri di altitudine ed è ricompreso nel bacino idrografico del fiume Savio, appena a nord-ovest del crinale.

Secondo la Carta Geologica d’Italia redatta dal Servizio Geologico d’Italia (foglio n° 108) il terreno santagatese è geologicamente formato in prevalenza da un complesso caotico prevalentemente argilloso, noto come “argilla scagliosa” (c), e da “marne argillose grigiastre, bianco-sabbiose nella parte più bassa, talvolta con intercalazioni di molasse” (Ms2).

La frazione di Petrella Guidi sorge su una “concrezione limonitico-sideritica manganisfere” (cfs) immersa nel complesso caotico, mentre i centri abitati di Sapigno e Maiano sorgono in zona Mg2 (“gessi sottilmente stratificati, microcristallini con intercalazioni marnoso-argillose bluastre”), in un’area circondata dalle summenzionate marne argillose caratteristiche del complesso tosco-emiliano. Monte Ercole (933 m s.l.m.) è formato in parte da terreni classificati come as, “arenarie quarzoso-feldspatiche tipo macigno ma in genere più grossolane”.[6] Complessivamente, gran parte del terreno santagatese è soggetto a frane.

A occidente il Rio Maggio segna il confine comunale con Sarsina, mentre ad oriente il Marecchia disegna alcuni chilometri di confine con il comune di Pennabilli.

Il territorio comunale è attraversato da due affluenti del Rio Maggio: uno è il Marecchiola, che nel suo corso di una decina di chilometri raccoglie le acque di altri torrenti a carattere stagionale, tra i quali i più lunghi sono il fosso delle Piagge, che nasce presso San Donato a circa 450 m s.l.m., il fosso del Fossatone, che ha origine presso il cimitero comunale a circa 510 m s.l.m., ed i fossi della Serva, Cerafosso, dei Carrocchi e dei Ronchi.[7] L’altro è il Fanante, che partendo dai pressi di Ugrigno a quota 400 m s.l.m. circa arriva al Rio Maggio delimitando una parte dei confini settentrionali con Novafeltria.
Il fosso della Rocca, corso d’acqua che incomincia presso Pereto a circa 605 m s.l.m., sfocia nel Marecchia a quota 351 m s.l.m.: il fosso delle Avezzane, che prende forma anch’esso presso Pereto a 653 m s.l.m., invece si trova a sfociare nel fosso del Senatello fino a Cicognaia, delimitando il confine con l’exclave toscana di Badia Tedalda a quota 415 m s.l.m. prima che questi si getti nel Marecchia