C’è differenza tra tartufo spontaneo e quello coltivato?

In generale tra prodotti spontanei e coltivati c’è un enorme differenza. Il motivo principale è dovuto al fatto che in agricoltura si impiegano dei cultivar, prodotti, cioè, che grazie a pratiche botaniche  riproducono per innesto e/o talee ecc. varietà con determinate caratteristiche organolettiche. In tartuficoltura questo non accade. Di fatti, in realtà, chi ha una tartufaia è un arboricoltore, che prendendosi cura della pianta simbionte attende che la natura faccia il suo corso.

Alberi su terreni idonei , in simbiosi con le specie di tartufi desiderati. Ma dov’è la biodiversità? Non vi affannate a cercarla perchè non c’è!!! Questo è il primo motivo che rende i tartufi spontanei più buoni di quelli coltivati

Uno dei principali responsabili della maturazione, e di conseguenza del gusto, del tartufo sono i batteri  presenti nel suolo. Determinati ceppi  di essi vivono e prolificano grazie a piante comari e erbe selvatiche (biodiversità). Altri batteri, invece, vengono distrutti   per via delle annaffiature, che per esempio, a  elevate percentuali di cloro, ferro o calcare  rende la vita difficile non solo ai microorganismi nel terreno ma anche a gli alberi   e di conseguenza al tartufo. Questo è il secondo motivo che rende i tartufi spontanei più buoni di quelli coltivati.

Grazie alle operazioni colturali i tartufi coltivati si sviluppano in “superficie” e su terreni più soffici. Questo permette di avere tartufi di maggiore pezzatura e più tondeggianti. Ma non a caso  in natura , i tartufi di qualità sono proprio quelli che si trovano in profondità, e per questo i tartufi più grossi sono anche i meno saporiti in entrambi i casi in esame . Questo punto riassume in un certo senso anche i precedenti, in quanto, determinati ceppi di batteri vivono a diversi livelli del suolo, grazie alla più costante umidità. Se non ne siete convinti, degustate del pane realizzato  con del lievito madre  o studiate l’enorme importanza che i batteri ricoprono nell’enologia.  Questo è il terzo motivo che rende i tartufi spontanei più buoni di quelli coltivati.