Autofattura sconosciuta ai tartufai

Autofattura cos’è?

A breve ci arriverà una elevata sanzione dalla comunità europea per via dell’irregolarità nella compravendita dei tartufi (tra tartufai e commercianti) di cui vi abbiamo già parlato in precedenza, ma cosa è l’autofattura? Una cosa che a breve verrà abolita in maniera tale da far munire i tartufai di partita iva.

L’autofattura è una particolare tipologia di fattura in cui l’obbligo di applicare l’IVA e di emettere la fattura è posto a carico del cessionario/committente.
La fattura è detta in questo caso autofattura. Nel caso dell’autofattura si verifica quindi un’inversione contabile, obbligo rovesciato nel caso dei commercianti di tartufi non vi è la possibilità di scaricare l’IVA portando ad un aumento doppio della spesa a monte.

L’autofattura deve essere emessa nel caso in cui il venditore sia sprovvisto di Partita IVA con volume d’affari inferiore ad euro 5.000,00€ circa (7.000€ per gli agricoltori) – (superata questa soglia il tartufaio deve dichiarare al fisco la cifra esatta per pagare le tasse, quanti lo fanno?).

Tutto questo è illegittimo e la comunità Europea ha stabilito come potrete leggere in questo articolo (IVA: in Europa la compravendita fra tartufai e commercianti è illegale ) che l’Italia venga sanzionata.

Fonte: forexinfo

Questa situazione è il risultato di anni di sciacallaggio ed ipocrisia da buona parte dei tartufai che ignoranti in materia hanno predicato bene e razzolato male chiedendo a gran voce la libera cerca e di contro voler togliere un qualsiasi contributo ai proprietari di terreni tartufigeni. Complice di questo anche lo stato. Non soddisfatti si è voluto e ottenuto che vi sia la rintracciabilità dei tartufi in maniera da contrastare l’avanzata inesorabile e costante dei tartufi dall’EST di contro ad oggi non vi è possibilità di certificare la provenienza dei tartufi in quanto i tartufai sprovvisti di partita IVA non possono essere tassati e devono rimanere anonimi, regole queste che gravano sulle spalle di centinaia di onesti commercianti.

Pseudo cercatori di tartufi che la maggior parte delle volte se non sempre chiedono di poter fare loro le quotazioni dei sudetti, in che modo? Creando gruppi che incitano al silenzio sui prezzi, in maniera da non far sapere a chi acquista il valore corretto, in modo da poter SPECULARE. Tutto questo perchè a loro dire non è un’attività redditizia ma solo un hobby da cui traggono un guadagno che ne copre a malapena le spese. Ed in nome di questo allora io dico: per un hobby da cui non si ricava alcun guadagno avvelenate i cani e la selvaggina di intere aree boschive, distruggete automobili e minacciate in maniera nemmeno troppo velata la qualsiasi?