Associazioni ai ferri corti sui periodi di raccolta – Emilia Romagna

Associazioni ai ferri corti sui periodi di raccolta – Emilia Romagna

Associazioni ai ferri corti sui periodi di raccolta – Piacenza – “La nuova Associazione Nazionale Tartufai Italiani Regione Emilia Romagna? Ne accogliamo con molto piacere la sua nascita a Piacenza ma riteniamo che il programma presentato sia incoerente con le problematiche del territorio e alla tutela e salvaguardia del tartufo”.

E’ l’attacco che il Coordinamento Regionale Associazioni Tartufai Emilia Romagna (Crater) lancia nei confronti della nuova associazione piacentina, dopo quanto appreso su Libertà nei giorni scorsi a presentazione del nuovo gruppo.
Il coordinamento – che comprende 10 delle associazioni più rappresentative delle restanti 8 province dell’Emilia Romagna – punta il dito contro il programma presentato all’assemblea tenutasi a piacenza lo scorso 25 Febbraio.

“Siamo in totale disaccordo sulla deroga concessa dalla regione la scorsa estate per la raccolta del Tuber Aestivum che esponenti di questa nuova associazione hanno chiesto” spiegano dal Crater “La deroga- ottenuta con l’accordo dei consiglieri regionali di PD e FDL – è avallata da una relazione scientifica molto discutibile da parte dell’Università Cattolica nella quale si sostiene che il tuber Aestivum raggiunge il periodo di maturazione nel mese di Agosto e che nel territorio Piacentino non c’è la presenza del prezioso Tuber Magnatum Pico, cioè il tartufo bianco pregiato. Affermazioni che per noi sono infondate e prove di riscontri oggettivi. Noi riteniamo che il fermo biologico – il così detto riposo della tartufaia – sia indispensabile per la tutela e la salvaguardia di entrambe le specie, sia per quanto riguarda lo scorzone che il tartufo bianco. Come si può affermare che tale riposo avviene nei mesi invernali,visto che le spore si propagano nell’ambiente col tartufo in piena maturazione? E’ ancora più controverso utilizzare questa deroga per “legalizzare” sul calendario la raccolta del tartufo bianco in un periodo in cui questo è immaturo,oltre ad essere vitato dalla legge. Per poi apprendere che, una settimana dopo aver ottenuto questa deroga da parte della regione, le province di Parma e Piacenza hanno chiesto e ottenuto lo stato di calamità naturale per la siccità dell’estate scorsa. E non dimentichiamo i problemi che potrebbero sorgere per la transumanza da parte dei tartufai delle province e regioni vicine, visto che nei mesi di Agosto fino a metà Settembre il calendario di raccolta nelle altre regioni è chiuso”.

A far discutere però è anche la proposta di tabellazione massima del territorio non superiore al 25% (“una percentuale così alta destinata ad essere riservata a pochi significa chiudere le zone più produttive dell’intero territorio, in contrasto con la libera cerca”) e il mantenimento dell’attuale orario di raccolta dei tartufi, da un’ora prima dell’alba a un’ora dopo il tramonto.

“Un’orario che – come precisa il Crater – in passato ha causato molti contenziosi, essendo molto discutibile il momento del sorgere e del calar del sole. Un orario ben definito risolverebbe anche questi problemi. Riguardo alla modifica del limite giornaliero di raccolta, questo è già fissato ad un chilo nella legge quadro 752/85. Saremo lieti di discutere tutti questi aspetti in sedi istituzionali e nella “Consulta per la tutela e la valorizzazione del tartufo, se l’associazione piacentina ha i requisiti per farne parte.”

C.B.

Immediata la reazione dell’associazione nazionale  tartufai italiani che dalla sua pagina Facebook pubblica quanto segue:

Dunque, abbiamo inteso che nella regione con il più alto numero di tartufai della nazione e la moltitudine a perdi conto di associazioni di tale categoria,in Emilia-Romagna si risentono per un ipotesi di richiesta di una “misera”deroga provinciale di permesso alla raccolta, di quindici giorni; Di una specie di tartufo che vale poche centinaia di euro al kg. e che viene raccolto per lo più da appassionati .
Il tutto per poi evitare che tartufai piacentini nel periodo di agosto si rechino nel bolognese a ricercar tartufo nero incappando nei primissimi e sporadici esemplari di tartufo bianco (tuber magnatum pico) che maturano in tale periodo imparando così la sua collocazione.
Molte associazioni hanno inteso l’intento della sez.regionale della ass.naz.tartufai italiani e si sono proposte alla collaborazione per migliorare la legislazione in atto in regione, altresì altre associazioni mosse da campanilismo ed interessi personali si sono resi autori nella attuazione di una guerra insensata fomentata su giornaletti locali per poter poi godere degli effetti deleteri che uno squallido articoletto può creare in questo settore. Ci viene da sorridere e dichiariamo chiaramente quanto segue:
Noi non ci abbasseremo a questi livelli, continueremo a “tendere la mano” a chiunque voglia collaborare per migliorare il sistema tartufo in Emilia-Romagna.
A breve una nostra risposta a mezzo stampa.