Alba – Commercianti di tartufi accusati di fatture false con società estere
Alba – Commercianti di tartufi accusati di fatture false con società estere
Alba – Commercianti di tartufi accusati di fatture false con società estere – Dichiarazioni fraudolente e uso di fatture per operazioni inesistenti. Sono le accuse che pendono sul capo di due commercianti di tartufi, chiamati a difendersi nel procedimento aperto dal Tribunale di Asti in seguito ad accertamenti fiscali realizzati dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Bra.
A insospettire gli agenti delle Fiamme Gialle una serie di operazioni riguardanti gli esercizi fiscali 2014 e 2017 e che avrebbero coinvolto anche alcune società estere.
Il primo soggetto, un 50enne titolare di un noto esercizio commerciale ad Alba, difeso dall’avvocato albese Roberto Ponzio, deve rispondere di due imputazioni relative a dichiarazioni fraudolente e all’uso di fatture per operazioni inesistenti.
Il secondo soggetto, difeso d’ufficio dal legale astigiano Paola Serpentino, è accusato di emissione di fatture e altri documenti per operazioni inesistenti a favore del primo imputato.
A insospettire gli inquirenti le modalità seguite per alcune rilevanti transazioni compiute nei due esercizi col coinvolgimento di una ditta estera.
Fissata nei giorni scorsi, l’udienza fissata dal Gup Giorgio Morando per la discussione della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore Gabriele Fiz è stata rinviata a data da destinarsi in ragione del fermo delle attività processuali imposta dall’emergenza Coronavirus.
“Nel processo è in discussione l’effettività della vendita e non l’origine del prodotto. Il mio assistito dimostrerà che la transazione è regolarmente avvenuta”, commenta l’avvocato albese Roberto Ponzio, che interviene poi nel merito del sempre attuale dibattito circa l’inquadramento normativo del Tartufo Bianco d’Alba, al centro in questi mesi di un discusso disegno di legge parlamentare. “E’ vero – dichiara il legale albese – che i soliti moralisti trovano il modo di agitare mediaticamente la transumanza del tartufo e si scandalizzano per il fatto che ad Alba possano arrivare esemplari di Tuber Magnatum Pico di provenienza ignota. Bisognerebbe però riflettere attentamente sul fatto che, se passa la modifica legislativa propugnata da più parti, quella che intende tartufo come ‘brand’ commerciale, questi tartufi per legge potranno etichettarsi e vendersi legittimamente come Tartufo Bianco d’Alba”.
Fonte: targatocn.