Molise e Sardegna, a chi troppo e a chi niente… Leggi

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Molise – Sotto accusa finisce in primo luogo la realizzazione di tartufaie controllate nei boschi di proprietà dei Comuni, con particolare riguardo all’estensione “che in questa proposta – si legge ancora nella nota dell’Adat – viene fissata ad un massimo del 60% del territorio produttivo mappato andando così a comprimere in maniere eccessiva il diritto alla libera ricerca a favore dei residenti in quei comuni e nativi del luogo. Altra stranezza è che si propone la raccolta del prezioso fungo ormai quasi scomparso anche nel Demanio Forestale di proprietà regionale anche in zone dove attualmente vigono divieti assoluti di raccolta di qualsiasi cosa come nei boschi ‘Montedimezzo-Collemeluccio’, ‘Monte Gallo-Monte Caruso’, naturalmente ai residenti e nativi dei Comuni nei quali ricadono le foresteregionale.

Contestazioni, quelle dei tartufai, che vengono formulate anche alla luce delle recenti sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che, di fatto, hanno dato ragione alla libera ricerca. “La legge quadro, 16 Dicembre 1985, n.752 in materia tartufi – sottolinea l’associazione – afferma che la ‘ricerca è libera nei boschi e terreni non coltivati e che hanno diritto di proprietà sui tartufi prodotti nelle tartufaie controllate tutti coloro che le conducono’. Dunque il legislatore nazionale non indica limiti di estensione territoriale con questa norma riconosce le tartufaie controllate e coltivate ma senza indicare dei limiti di estensione territoriale.

Sardegna – di tutt’altro avviso la politica in Sardegna infatti per l’ennesima volta si sono visti bocciare proposte legge atte a tutelare la raccolta dei funghi e dei tartufi. A chi tanto e a chi niente.

“L’ennesimo rinvio dell’esame della legge per la regolamentazione della raccolta dei funghi epigei ed ipogei spontanei è il segno dello scarso interesse che una parte del centrosinistra nutre per la tutela dell’ambiente e per lo sviluppo economico delle zone interne della Sardegna. La posizione di intralcio assunta da alcuni settori della maggioranza ha fatto sì che, ancora una volta, il Consiglio regionale non abbia potuto discutere una proposta attesa da diversi territori, dal Mandrolisai al Sarcidano passando per l’Alta Gallura, il Villacidrese e i Sette Fratelli, che vedono depauperata una risorsa che potrebbe invece rappresentare un’importante occasione di rilancio”, dichiara il capogruppo consiliare dei Riformatori Sardi per l’Europa, Attilio Dedoni, commentando la decisione di rinviare alla prossima settimana la discussione del testo unificato inizialmente fissata per la seduta odierna.
​“Continuare a non regolamentare la raccolta di funghi e tartufi significa lasciare campo libero a chi depreda il territorio, danneggiando l’ambiente e portando via il reddito alle popolazioni locali”, sottolinea Dedoni. “Oggi, chi vuole portare avanti una seria attività imprenditoriale si trova a scontrarsi con la concorrenza sleale di chi si improvvisa raccoglitore, speculando sulla vendita sottobanco di prodotti privi di certificazione, senza alcuna tutela per i consumatori. Si arriva all’assurdo dei raccoglitori che vengono dal Continente a razziare il nostro sottobosco, per poi portare i tartufi oltre Tirreno e venderli a caro prezzo con la certificazione di altri territori, senza generare alcuna ricaduta in Sardegna”.
​“Questo ennesimo rifiuto ad affrontare l’argomento da parte della maggioranza dimostra come le enunciazioni sulla tutela e sulla valorizzazione delle tipicità dei territori, sia in chiave commerciale che come strumento di promozione turistica, siano solo aria fritta, slogan buoni soltanto per raccattare qualche voto in più”, conclude il capogruppo. “Davanti a un’Isola che chiede occasioni di lavoro e di sviluppo, per reagire alla crisi e cercare di invertire il processo di spopolamento e desertificazione delle aree interne, tutto quello che il centrosinistra riesce a fare è voltarsi dall’altra parte, per continuare a non decidere e non scontentare nessuno”