Intervista a Vittoria Moscardi: Un amore a primo morso

Intervista a Vittoria Moscardi

“Che mattina…. diluviava… fango dappertutto… si sentiva l’odore del bianco nell’aria… Pepe e Lilli impazziti… io e Romano nel canale con l’acqua alle ginocchia cercando di stare dietro ai cani… lo segnano iniziano a scavare e non sai quanto è grande e nemmeno quanto è giù… ma non ti interessa, in quel momento sei tutt’uno col tuo cane i sensi a mille, adrenalina allo stato puro, lo aiuti, lo inciti, l’odore sempre più intenso ti inebria…. eccolooooo!!!! Ce l’hai in mano e guardi il tuo cane fiero e orgoglioso… lo abbracci e lo baci… ci sono cose che non si dimenticano perché lasciano un segno nel cuore… grazie ricciolone… non lo dimenticherò mai!”

intervista
Le foto di quel giorno

Ciao Vittoria, come è nata la tua passione per la ricerca dei tartufi?
È nata per caso…e più che passione in principio era solo curiosità verso un modo diverso di vivere il bosco. Sono sempre andata a funghi,ma di tartufi non ne sapevo niente, men che meno della cerca ma l’idea di provare mi stuzzicava
Faccio il patentino, scelgo il lagotto pur non avendone mai visto uno, vado a prenderlo e il giorno dopo iniziamo a camminare e giocare nei boschi, lo addestro io perché volevo si creasse un feeling unico fra noi… pasture non ne conoscevo quindi zaino in spalla e via.
Dopo un anno di su e giù per boschi lo vedo fermarsi sotto un nocciolo…gira in tondo, da una timida raspata ed eccolo lì, il suo primo tartufo… e quel giorno ho capito…  quando vedi la gioia negli occhi del tuo cane, quando sei con lui sulla buca e condividi ogni singolo istante entrando in simbiosi allora si capisci cos’è la passione.

Hai mai subito discriminazioni visto che la ricerca dei tartufi è un hobby/lavoro prevalentemente maschile?
Discriminazioni? No dai…nella mia zona non c’è tradizione tartufigena, la maggior parte va a funghi e devo dire che più o meno il modo in cui ti guardano è lo stesso, del tipo “che ci fai tu qui???”
In quel momento non vedono un uomo o una donna… ma solo qualcuno che è arrivato prima di loro sul posto.

intervistaCi racconti il primo incontro con il tuo Lagotto Pepe?
Era la prima volta che vedevo un Lagotto dal vivo, aveva 36 giorni ed era nella cesta coi fratelli, ci ho messo la mano per accarezzarli e lui mi ha preso il dito… che dire… “amore a primo morso”.
La nostra avventura è iniziata così… sono stata scelta da un adorabile testone.

Cosa ti affascina più di ogni altra cosa del bosco?
Il silenzio….
Nel bosco il tempo si ferma, la mente si ferma, non c’è stress ne frenesia, ha un ritmo tutto suo che mette pace e serenità se lo sai ascoltare.

Qual’è l’aspetto più deludente del mondo del tartufo?
L’invidia e l’avidità di molti… che della passione ricordano ben poco.

Cosa consigli alle donne che vogliono avvicinarsi a questa passione?
Lo stesso consiglio che do a tutti, uomini o donne che siano… andate nei boschi e divertitevi col vostro compagno di vita in primis, rispettate la natura e vestitevi adeguatamente, il resto viene da se pian piano… basta crederci.

In fine l’eterna domanda: quali caratteristiche deve avere un buon tartufaio per definirsi tale?

Rispondo con una frase che ama dire il mio amico Romano…

“Il tartufo fa dove vuole,quando vuole e si fa prendere da chi vuole”intervista

Il vero tartufaio ha 4 zampe ed una coda… noi al massimo possiamo diventare dei buoni conduttori e per definirsi tali dobbiamo avere il massimo rispetto per la natura, per gli altri conduttori e per i nostri compagni di avventura!!! A loro non interessa come siamo o chi siamo… per loro noi siamo il mondo… e per noi farebbero di tutto… non dimentichiamolo mai… trovano il tartufo per farci felici per ricevere una pacca sulla spalla e perché no… anche per farci vedere che in questo sono più bravi di noi.

Voglio aggiungere una cosa… ho avuto molte difficoltà in principio, non sapevo se quello che facevo era giusto o no… ho fatto molti errori con Pepe ma ho imparato da essi… mi sono rivolta più volte al gruppo per chiedere consigli e li ho conosciuto delle persone che mi hanno aiutato, quindi vorrei davvero ringraziare Antonio Di Crescenzo per la disponibilità, i suoi consigli e per aver contribuito a sbloccare pepe sul naturale, Francesco Palmiero il primo che mi ha consigliato come capire pepe… e Romano Ravagli un uomo la cui passione per i tartufi e i suoi LAGOTTI non ha confini, che mi ha accompagnato in lunghe giornate di cerca facendomi amare ancora di più questo mondo e questa fantastica razza… grazie amici da parte mia e di Pepe.